Michaelangelo Pistoletto

A dynamic and far-reaching dialogue with one of Europe’s most influential contemporary artists about his vision of unifying art and everyday life. In 2013, at the age of eighty, Michelangelo Pistoletto was the subject of a six-month exhibition at the Louvre in Paris. Here, in an insightful, passionate, and humorous dialogue with his interviewer, Alain Elkann, he reflects on his legacy. Illustrated with more than two hundred photographs of his life and work, The Voice of Pistoletto demystifies the story of the growth of an artist, candidly discussing his inspirations; his relationships with gallerists, critics, and curators of great renown; and the comparisons and critiques of his fellow contemporary masters, from Magritte to Picasso, Koons to Cattelan, Giacometti to Bacon. The result is a conversational collage that illuminates Pistoletto’s own creative life and gives readers a privileged view of the history of contemporary art in general.

Together they present a broad range of styles and media, from oil, acrylic, and mixed-media paintings and drawings to photography, sculpture, installation art, and video and digital imagery.".

'The Third Paradise is an evolutionary transition in which human intelligence finds ways to coexist with the intelligence of nature."--Back cover.

For his 2011 exhibition at the Serpentine Gallery, recorded in this volume, Arte Povera veteran Michelangelo Pistoletto (born 1933) devised a chest-high labyrinth made of cardboard, to draw visitors through the galleries and steer them into encounters with various sculptures.

Sculptural Materiality in the Age of Conceptualism is structured around four distinct but interrelated projects initially realized in Italy between 1966 and 1972: Yayoi Kusama?s Narcissus Garden, Michelangelo Pistoletto?s Newspaper Sphere (Sfera di giornali), Robert Smithson?s Asphalt Rundown, and Joseph Beuys?s Arena. These works all utilized non-traditional materials, collaborative patronage models, and alternative modes of display to create a spatially and temporally dispersed arena of matter and action, with photography serving as a connective, material thread within the sculpture it reflects. While created by major artists of the postwar period, these particular projects have yet to receive substantive art historical analysis, especially from a sculptural perspective. Here, they anchor a transnational narrative in which sculpture emerged as a node, a center of transaction comprising multiple material phenomenon, including objects, images, and actors. When seen as entangled, polymorphous entities, these works suggest that the charge of sculpture in the late postwar period came from its concurrent existence as both three-dimensional phenomena and photographic image, in the interchanges among the materials that continue to activate and alter the constitution of sculpture within the contemporary sphere.

Un grande volume per celebrare i sessant'anni di carriera - e i novant'anni di età - di Michelangelo Pistoletto (Biella, 1983), una delle voci più note e affermate internazionalmente dell'arte contemporanea. In queste pagine sono riproposte le opere simbolo del maestro, dalle storiche alle più recenti: dagli anni Sessanta con Metrocubo di Infinito, Venere degli Stracci, Orchestra di stracci e Labirinto, continuando poi con gli anni Settanta con L'Etrusco e la serie delle Porte Segno Arte e Autoritratto di Stelle, fino agli anni Novanta e Duemila con Libri, i quadri specchianti, Love Difference - Mar Mediterraneo, Neon e Terzo Paradiso. Una rassegna che accompagna in un viaggio emozionante dentro la poetica e il mondo, i tanti mondi, del maestro piemontese: come recita il sottotitolo, le opere di Pistoletto raccontano di un'infinità di modi di fare arte, un'infinità di modi di vedere, di cambiare prospettiva, di leggere la realtà. Al centro un unico artista ma nelle sue tante possibilità di essere, di trasformarsi, di raffigurare e rappresentarsi. «Con Oggetti in meno, già nel 1965, Michelangelo Pistoletto teorizzava la fragilità commerciale di un'identità artistica ridotta a riconoscibilità di mercato. Opere distorte, linguisticamente e formalmente distanti reclamavano percorsi creativi differenti, sfuggivano a ogni classificazione, a ogni inquadramento: una mostra "collettiva" di un solo artista, una pluralità di accenti per una sola voce. Ecco, la straordinaria ricerca artistica di Michelangelo Pistoletto muove lungo le dinamiche fra identità e collettività, fra riconoscibilità e differenza. Lo specchio è l'archetipo di questo meccanismo, tra la presenza soggettiva e l'infinito possibile. è un continuo gioco con la realtà, con l'aggiunta della molteplice variabile temporale. Un libro sull'arte di Michelangelo Pistoletto, così come una sua mostra, rappresenta un'infinita serie di domande, di scoperte, di curiosità, di sorprese. "Infinity" al Chiostro del Bramante, come questo catalogo, è la raccolta di tanti piccoli racconti, tanti panorami, tanti differenti viaggi. Insomma, questa non è una mostra di Michelangelo Pistoletto, ma con Michelangelo Pistoletto.» (Danilo Eccher)